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sabato 28 maggio 2022

Concorso: Trentennale delle stragi di Capaci e di via d’Amelio-la memoria di tutti.

 

La classe 3^D ha partecipato al Bando di Concorso: Trentennale delle stragi di Capaci e di via d’Amelio-la memoria di tutti. Percorsi di educazione alla legalità democratica, indetto dalla Fondazione Falcone di Palermo, che aderire a un appello alla creatività, realizzando un lenzuolo personalizzato in ricordo dei caduti nella lotta alle mafie. La classe, insieme alla docente di francese la prof.ssa Rosa Palmese ha riflettuto, in occasione della giornata in ricordo delle vittime della mafia, sulle tante persone innocenti che hanno perso la vita. L’attenzione degli alunni si è soffermata su Emanuela Sansone che è stata la prima giovane donna vittima della mafia. Aveva 17 anni.

Si sono documentati per capire chi fosse la giovane vittima e perché fosse stata uccisa.                                 Chi era?

Era il 27 dicembre 1896 quando Emanuela Sansone, figlia della bettoliera Giuseppa di Sano, fu uccisa in un agguato nel loro magazzino di Palermo, adibito a "merceria, pasteria e bettola, oltre che ad abitazione". Due colpi di fucile che ferirono gravemente la madre, colpita al braccio e al fianco, ed uccisero Manuela, colpita alla tempia. I mafiosi sospettavano che la madre li avesse denunciati per fabbricazione di banconote false.

  

Articolo apparso su Giornale di Sicilia il 29 dicembre 1896


La madre della vittima collaborò attivamente con la giustizia ed è stata uno dei primi esempi del ruolo positivo delle donne e prima donna collaboratrice di giustizia.

ALCUNE RIFLESSIONI DEGLI ALUNNI SULLA MAFIA:

“Ma loro non cambiano” e ancora “Convertitevi!”, queste frasi, pronunciate rispettivamente da Rosa Costa, vedova di Vito Schifani (l’agente di polizia morto nell’agguato al giudice Giovanni Falcone) e da Papa Giovanni Paolo II, sono grida di dolore e di opposizione alla mafia. Ci hanno insegnato che solo parlandone, la si può ostacolare e combattere. La mafia non si spiega perché essa non ha un significato, un valore, una morale. Può essere paragonata ad una mano “invisibile” che agisce nell’ombra, nell’illegalità e tutto ciò che avviene nel “buio” è qualcosa di spaventoso ma non bisogna lasciarsi sopraffare.                                                                        

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di cui ricorre il trentesimo anniversario della loro uccisione, pur sapendo di essere “morti che camminano” non hanno mollato e non solo ci hanno creduto ma hanno lottato fono in fondo con la speranza di poter cambiare la mentalità e far sentire il “FRESCO PROFUMO DELLA LIBERTÀ”. (Fatima)

“La mafia è un’organizzazione criminale che ancora oggi viene combattuta da tutti. Ma se tutti la combattono, perché esiste ancora?  (Luigi)

“Penso che la mafia sia qualcosa di orribile, di disumano. Usa la violenza per ottenere potere, per dominare. Uccide senza guardare in faccia nessuno e colpisce persone di ogni età e sesso. In classe ci siamo soffermati a parlare di Emanuela Sansone, la prima vittima di mafia e aveva solo 17 anni, ma penso anche al piccolo Giuseppe Di Matteo, che nel 1996, all'epoca 12 anni, venne prima ucciso poi sciolto nell'acido dopo una prigionia durata 779 giorni. Solo avendo il coraggio di non tacere si avrà un futuro libero dalla mafia” (Laura)

“Penso che ogni atto mafioso debba essere denunciato. Più si ha il coraggio di non tacere ai soprusi, più la mafia perde vigore perché essa trova forza nella paura delle persone” (Mariella)

“Secondo me, la mafia è sempre più diffusa nella nostra società perché si è infiltrata in tanti settori del potere. Per poterla distruggere bisogna denunciare. Molti l’hanno fatto e purtroppo troppi hanno perso la vita come i giudici Falcone e Borsellino ma penso anche a Don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe in provincia di Caserta, ucciso il 19 marzo 1994, mentre si accingeva a celebrare la messa, “colpevole” di aver scritto e diffuso una lettera, nella quale chiedeva un impegno civico contro la camorra. Mi unisco al grido di Don Peppe Diana: “Per amore del mio popolo non tacerò!” (Benedetta P.)

 Il lenzuolo su cui è disegnata la figura di Emanuela, contiene anche la frase “chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola…” del giudice Paolo Borsellino. Con tale frase, gli alunni hanno voluto sottolineare che per vincere la paura occorre coraggio e parafrasando il “Giulio Cesare” di William Shakespeare: “I paurosi muoiono mille volte prima della loro morte, ma l’uomo di coraggio non assapora la morte che una sola volta”. (Benedetta I., Francesca T., Francesca R., Giulia)

 


Il lenzuolo è stato inviato alla Fondazione Falcone a Palermo e insieme agli altri 1400 sono stati esposti al Foro Italico della città, lo scorso 23 maggio , in occasione del trentennale della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito SchifaniRocco Dicillo e Antonio Montinaro.

                                                                 La classe 3 D

                                                                           


sabato 14 maggio 2022

EROI SENZA MANTELLO

 

EROI SENZA MANTELLO

PAOLO TUA MAMMA VOLEVI SALUTARE

MA FORSE SAPEVI CHE CIÒ POTEVA CAPITARE

GIOVANNI PER TANTE CONDANNE LA TUA VITA HAI RISCHIATO

INTANTO ANCHE QUEST'ANNO IL FIORE DELLA TUA VITA SUL TUO ALBERO E’RINATO.

 

LA TUA VITA CARO DON PINO PUGLISI

QUEL GIORNO TI HANNO RUBATO

CIO’ CHE HAI FATTO NON È STATO DIMENTICATO

E I TUOI PENSIERI RIMMARANNO NELL’ANIMO INCISI.

 

GIANCARLO, 26 ANNI AVEVI APPENA COMPIUTO

E LA TUA GIOVENTÙ NON HAI VISSUTO

NELLA TUA MEHARI VERDE LA VERITÀ È STATA UCCISA

MA LA TUA SERENITA’ SU UN MURO È INCISA.

 

QUELLA MATTINA DEL 6 GENNAIO PIERSANTI MATTARELLA

FOSTI UCCISO A COLPI DI RIVOLTELLA

DA ANNI SI CHIEDE LA VERITA’

PERCHÈ LA TUA MORTE È ANCORA NELL'OSCURITÀ.

 

ROSARIO LIVATINO COMBATTENDO LA MAFIA SIN DA BAMBINO

SAPEVI GIA’ DI ANDAR INCONTRO ALL'ASSASSINO

MENTRE TI RECAVI SENZA SCORTA IN TRIBUNALE

ANDASTI INCONTRO A UN INGIUSTIZIA MADORNALE.

 

MIMMO DA QUEL TRAGICO 7 NOVEMBRE

IL TUO RICORDO È PER SEMPRE

CONTRO LA MAFIA TI SEI SCHIERATO

E UN INGIUSTO PREZZO HAI PAGATO.

 

PER FARE GRANDI COSE SERVE SOLO LA VOCE

EROI COME VOI ANCHE SENZA MANTELLO

RENDERANNO IL MONDO PIÙ BELLO!

Questa poesia è stata scritta in occasione della giornata delle vittime innocenti della mafia e della camorra, da tutti i ragazzi della 3 I dell’istituto Merliano-Tansillo grazie ad un efficiente lavoro di gruppo. Siamo partiti con la ricerca di alcuni nomi di vittime della camorra, le loro storie e la loro vita, successivamente ci siamo divisi in gruppi e ognuno ha approfondito un personaggio diverso fino ad arrivare alla creazione di una strofa.

 La poesia è composta da 6 strofe, ciascuna composta da 4 versi. In ogni strofa il protagonista è un personaggio vittima di mafia: nella prima i famosissimi Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, nella seconda Don Pino Puglisi, nella terza Giancarlo Siani, (la cui storia abbiamo conosciuto grazie al libro “Un ragazzo normale” letto per la gara di lettura che si è tenuta qualche settimana fa, dove si sono sfidate tutte le classi terze dell’istituto in una gara di comprensione del testo) nella quarta Piersanti Mattarella, nella quinta Rosario Livatino e nella sesta Domenico Beneventano.

Crediamo sia importante parlare e confrontarsi, anche tra noi adolescenti di problemi seri come questo che rischiano di inghiottire il nostro paese portandolo nell’oscurità… il nostro compito è quello di non lasciarli nell’oblio ma renderli attuali con l’obbiettivo di impegnarci consapevolmente nella legalità e nel rispetto di essa. È stata sicuramente un’esperienza interessante che, oltre a favorire il lavoro di squadra nella nostra classe, ci ha insegnato molto sulle vite di queste povere vittime, per noi l’idea che in un mondo corrotto come quello in cui viviamo ci sia ancora qualcuno pronto a lottare per la giustizia e per il bene della comunità, riesce a darci una speranza per il nostro futuro. Pensiamo che per compiere atti come quelli citati nella poesia ci sia bisogno di coraggio, coraggio che non può essere né venduto né acquistato e che purtroppo non tutti possiedono. Dovremmo ricordare con rispetto questi personaggi che, decidendo di parlare, hanno messo a repentaglio la loro vita per il bene della comunità, dunque concludiamo dicendo che dovremmo prenderli come esempio il quanto la legalità è un pilastro fondamentale per la società del futuro.

classe 3I