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martedì 6 dicembre 2022

LA NOSTRA PRIMA GITA. IL MUSEO NAZIONALE FERROVIARIO DI PIETRARSA

Da pochi mesi è iniziata per noi una nuova avventura: frequentiamo la prima classe della scuola secondaria di primo grado. Tutti, pertanto, abbiamo vissuto, fin dal primo momento, grandi emozioni.

Sicuramente, però, la prima gita scolastica ha rappresentato l’attività più attesa, il momento in cui avremmo potuto, se possibile, conoscerci ancora meglio.

E così, mercoledì 30 novembre, il fatidico momento è arrivato.

Eravamo tutti emozionati, ansiosi ed eccitati. Nessuno, infatti, è arrivato tardi all’appuntamento: 7.45 all’ingresso della scuola.

Il tempo di sbrigare le solite formalità e via. Destinazione Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa.

Il Museo si trova tra Napoli e Portici, precisamente tra il mare del Golfo di Napoli e la stazione ferroviaria di Pietrarsa-San Giorgio a Cremano.

Arrivarci da Nola in pullman ha richiesto, quindi, circa un’ora, ma per noi è stato bellissimo: nel nostro autobus eravamo tre classi, due prime e una seconda; abbiamo cantato a squarciagola quasi per l’intero percorso nonostante i richiami delle povere professoresse quasi assordate dalle nostre voci.

Arrivati alla meta, abbiamo fatto una piacevolissima passeggiata per poi ritrovarci davanti ad un cancello oltre il quale si intravedevano dei binari. Aveva inizio così il nostro viaggio nella storia, un tuffo nel passato alla scoperta delle locomotive e dei treni che hanno fatto la storia dell’Italia e delle sue ferrovie.

Avevamo la possibilità di ripercorrere 180 anni di storia delle Ferrovie italiane all’interno degli edifici di quello che un tempo era il Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive fondato da Ferdinando II di Borbone nel 1840.

La guida, cordiale e gentile, ci ha spiegato che proprio Ferdinando II commissionò il primissimo tratto ferroviario italiano, la linea Napoli – Portici, inaugurata il 3 ottobre 1839. Ecco perché il grande museo ferroviario si trova proprio qui.

Che emozione sarà stata per gli uomini italiani del tempo passare dalle carrozze trainate dai cavalli ai treni. Non si doveva sfigurare davanti a Francia e Inghilterra. E così fu. Certo le differenze sociali si vedevano sui treni: i ricchi ad esempio viaggiavano in carrozze chiuse al riparo dal vapore che risultava fastidioso per la respirazione. Tutto sommato, però, tutti usufruirono dei vantaggi di questi nuovi mezzi di trasporto.

La guida ha poi cominciato a illustrare le varie locomotive a vapore, partendo naturalmente dalla prima, la famosa Locomotiva Bayard.

Bayard è stata la prima locomotiva a vapore usata per il trasporto di cose e persone.

Una locomotiva normale non superava i 5 km all’ora; per decenni sono stati realizzati prototipi che non avevano sufficiente potenza ma la tecnologia si è evoluta rapidamente e in breve si è arrivati a costruire locomotive sofisticate come nel caso della Bayard che poteva superare i 50 km all’ora.

La Bayard è una locomotiva molto elegante ricca di finiture in ottone, il corpo centrale è dipinto di un rosso splendente che ancora oggi è il colore delle nostre ferrovie; ovunque si nota una gran cura nel design.

La guida è stata eccellente nel descriverci il funzionamento della macchina a vapore, facendoci vedere un interessantissimo video, e ci ha fatto notare anche le “targhe” dei treni ossia il tratto distintivo di ognuno di essi.

Ci è rimasto impresso il numero 829-001: 829 è il modello, 1 indica il primo modello in assoluto.


Intanto, però, la fame aumentava e abbiamo trovato un po’ di tempo per fare merenda. Anche i bambini hanno bisogno di carburante!

Subito dopo, eccoci pronti per passare dal vapore all’elettrico: sembrerà strano ma uno dei treni elettrici più veloci si chiamava Tartaruga. Quando si dice che l’abito non fa il monaco!

Certo, com’erano belli i treni di una volta, curati nei particolari come belle miniature: addirittura c’era un ingresso speciale, una specie di tappeto rosso per il re e la regina che erano protetti da due guardie fisse sul tetto del treno. Dei veri equilibristi!

Abbiamo visitato gli interni di questi treni e sembrano proprio delle piccole case in movimento, con ogni confort possibile per quei tempi.

Che dire? Oggi nessun macchinista ha il volto sporco di carbone e in poche ore possiamo percorrere distanze enormi. Ma il fascino di una volta è tutt’altra storia!

classe 1L