Giorgio
Perlasca, imprenditore italiano ex venditore di carni, si trova nella città di
Budapest e assiste alla deportazione degli ebrei a opera dell’esercito
ungherese Nazista. Sotto le false vesti di console spagnolo sfrutta le sue
abilità diplomatiche per liberare più di 5000 ebrei.
I russi, giunti alle porte di Budapest, sottopongono
la città a pesanti bombardamenti e Perlasca riesce a salvare molti Ebrei
intuendo il piano dell’esercito ungherese.
Grazie a un documento che portava con sé, che attestava la partecipazione alla guerra civile spagnola che gli garantiva assistenza diplomatica, ottenne dall’ ambasciata e dal competente ministero spagnolo i documenti per la concessione della cittadinanza e il passaporto, rinunciando forzosamente a quella italiana.
Da eroe
solitario divenne un “uomo qualunque”: conducendo una vita normalissima e
chiuso nella sua riservatezza non racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, la
sua storia di coraggio, altruismo e solidarietà.
E muore il 15 agosto 1992, ha voluto
essere sepolto nella terra con al fianco delle date un’unica frase: “Giusto tra
le nazioni” in ebraico.