In questi giorni ricorre il centesimo anniversario dalla nascita
di Pier Paolo Pasolini, poeta, attore, scrittore, regista, romanziere tra i più
importanti del XX sec.
Pasolini è stato un attento studioso degli avvenimenti del secondo
dopoguerra fino alla metà degli anni ’70, affrontando temi riguardanti la politica
del tempo, mettendo in risalto la “verità”
riguardo il sospetto lavoro della Democrazia Cristiana che si trovava al centro
del ‘’nuovo fascismo’’.
Si pensa che Pasolini avesse scoperto qualcosa di molto importante
relativamente ai finanziamenti democratici ai bombaroli, notizie che non
avrebbe dovuto divulgare e per questo motivo fu assassinato nella notte tra l’1
e 2 novembre ad Ostia. Pasolini, dunque, fu messo a tacere proprio per
interrompere quel lavoro di inchiesta che aveva intrapreso, lavoro che testimonia
la grande personalità di un uomo anticonformista che rifiuta di accettare passivamente
le idee e i principi che caratterizzavano la sua epoca.
Pasolini, come lui stesso racconta, preferisce perdere piuttosto
che vincere con modi sleali e spietati, considerando questo non come una colpa
ma come una virtù. E’ evidente, dunque, che Pasolini è molto lontano dal modo
di pensare degli uomini del suo tempo e questo non fa altro che distinguerlo
dalla massa, ma soprattutto lasciare indelebile il suo ricordo.
Pasquale Mazzocca 3H